A che punto è la notte al ponte di Sant’Antonio. Il Comune non aggiorna le particelle. E le aziende sono all’asciutto. Parola di Regione

PENNE – La zona industriale del ponte di sant’Antonio, a Penne, fuori dagli aiuti europei? Se non ne ha una e non ne aggiornò nemmeno le particelle…

Alla Regione, un funzionario di cui omettiamo il nome su sua richiesta, precisa subito: ”Il sindaco parla di zona industriale, ma la cittadina vestina ha solo un’area artigianale così come ci risulta”, ci spiega al telefono. Ma allora signor funzionario come sono andate le cose? Detta: ”Con la nuova disciplina non ci sono le particelle, ma aree omogenee con contiguità e numero complessivo di abitanti in base alla Carta degli Aiuti di Stato 2014-2020 (relativa all’articolo 107 paragrafo 3 lettera C del Trattato UE), cioè l’orientamento di cui alla Comunicazione 2013/c e 2009/01. Ora, la Carta degli Aiuti di Stato a finalità regionale è di carattere nazionale. I criteri in base ai quali ha deciso la Regione sono: numero di abitanti dell’area omogenea e contiguità dei comuni. Poi la normativa sui contratti di sviluppo seleziona le aree industriali e Penne ha solo l’area artigianale”. Ed è anche piuttosto incompleta: non vi si poté insediare la Blowcar, sbarcata poi nel Piacentino, al punto da indurre la Confindustria pescarese, per bocca del suo direttore, il pennese Luigi Di Giosaffatte (“manca ancora persino il depuratore!”), ad esternare criticamente e più volte nei confronti del Comune di Penne. Ma dall’Aquila emerge anche un’altra verità. Spiega il funzionario:“Per lavorare in Abruzzo4, cioè con la vecchia normativa approvata il 28 novembre del 2007 dalla Commissione Europea e capace di garantire aiuti di Stato a finalità regionale per il periodo 2007-2013, le aziende del ponte di Sant’Antonio, che ne fecero domanda, non sono rientrate perché questa zona aveva solo la metà delle particelle al suo interno. Perché il Comune di Penne non ha inserito tutta la zona in mappa?Ci risulta che il Comune non ha aggiornato le particelle sulla mappa, vecchie di almeno 14 anni. Ciò mi fu confermato dal dirigente del ministero dello sviluppo economico, Vincenzo Gazerro”. Erano insomma i Comuni a proporre a Regione e ministero le aree individuate con le particelle.

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