RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Ho letto con grande sorpresa il comunicato che i Giovani Dem hanno diffuso dopo il loro congresso, che ha visto la nomina a segretario di Emanuele Castigliego.
Personalmente avrei voluto partecipare, perché vedere tanti giovani interessati al processo che sta portando alla Nuova Pescara non può che farmi piacere.
Al tempo stesso, devo annotare, il loro lavoro parte da presupposti sbagliati. E’ inutile parlare di “sogno di una città nuova” senza stabilire una progettualità, un criterio da seguire, improvvisando al momento per seguire un’idea alla moda.
Mi spiace per questo non aver avuto la possibilità di intervenire, perché non è dialogando con chi è sulle nostre stesse posizioni che vengono al pettine i nodi e le problematiche.
Ho visto infatti nell’elenco dei relatori esclusivamente colleghi di partito che si sono già esposti a favore di questo processo, a volte cambiando idea per inseguire il consenso, rinnegando convinzioni che avevano difeso fino al giorno del voto referendario.
Noi dobbiamo ammettere che il dibattito a favore o contro la Nuova Pescara è superato dall’esito del voto, ma questo non significa che sia giusto accettare quanto sta accadendo, senza capire che il modo in cui si sta realizzando questa fusione è completamente sbagliato.
I fatti parlano chiaramente: le funzioni associate non funzionano perché non si è creata una struttura in grado di unire le varie realtà. Senza considerare poi che molte funzioni sono associate solo formalmente.
Siamo ancora in tempo per ripensare questo processo, perché il voto referendario ci chiede di unirci, non certo di annetterci al capoluogo.
Più volte abbiamo suggerito la creazione di una città metropolitana che possa riunire tutta la provincia di Pescara, sull’esempio di quanto fatto a Bari e Venezia. In questo modo il nostro territorio verrebbe davvero facilitato nell’accesso ai finanziamenti statali e soprattutto europei, senza cancellare le singole identità, e diventando potenzialmente anche un antidoto allo spopolamento delle aree interne e all’impoverimento dei servizi per i comuni più piccoli e periferici.
E’ un periodo ricco di dibattiti sulla Nuova Pescara: ben vengano, perché questi confronti possono aiutare a modificare questa annessione nella fusione chiesta dagli elettori. Dobbiamo essere idealisti, ma anche pragmatici: ragionando su vasta scala, in ottica di area metropolitana, è evidente che questo processo non può riguardare solo i tre comuni maggiori della provincia, lasciando comuni piccoli e piccolissimi soli nella gestione di servizi e problematiche che è sempre stato necessario affrontare in ottica di area, come ad esempio i servizi socio-sanitari, le sfide della programmazione urbanistiche, la promozione turistica e il marketing territoriale.
Il Presidente del Consiglio Comunale di Spoltore Lucio Matricciani