RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Faccio seguito al mio intervento del 29 agosto riguardante il progetto “Stazione di Posta” a Pianella, nel quale ho espresso alcune perplessità operative e posto domande sul progetto, pur elogiandone l’idea di fondo ed esortando l’Amministrazione a valutare con attenzione iniziative di inclusione sociale.
Questa volta, però, desidero proporre una riflessione più ampia: non tanto sul progetto in sé, quanto sul clima cittadino che si è venuto a creare intorno ad esso.
Il mio intento non è polemico, ma costruttivo. Vorrei offrire uno spunto di discussione e riflessione sul modo in cui – troppo spesso – si sviluppa il dibattito pubblico su questioni di interesse collettivo, specialmente in prossimità di appuntamenti elettorali o su temi legati al bene comune.
Le discussioni degli ultimi giorni mi riportano alla mente il clima teso – e in certi casi apertamente irriverente – delle elezioni amministrative del 2023. In quell’occasione ho assistito alla rottura di relazioni personali, alla diffusione di calunnie e offese sui social, alla strumentalizzazione di aspetti privati resi pubblici solo per finalità elettorali o per appartenenza politica.
Ho riscontrato atteggiamenti eccessivamente aggressivi e polemici in entrambi gli schieramenti, con sfumature diverse tra chi attaccava e chi si difendeva.
Il risultato? Un clima velenoso, che ha prodotto solo screditamento reciproco: si è puntato il dito contro il passato degli avversari, contro le conseguenze di decisioni pregresse, contro i programmi altrui, più che valorizzare i propri.
Parlando con molti cittadini, ho percepito un senso diffuso di stanchezza e disillusione verso questi comportamenti, che finiscono per allontanare le persone – soprattutto i giovani – dalla partecipazione civica, dal voto e dalle istituzioni.
Ed è proprio qui che voglio soffermarmi: sulla qualità del dibattito pubblico e sul suo impatto sul tessuto sociale. Il progetto Stazione di Posta potrebbe diventare il punto di partenza per una riflessione più ampia sul modo in cui vengono gestite le divergenze politiche e le opinioni diverse dei cittadini e dei rappresentanti politici, soprattutto in virtù del fatto che rischia di diventare l’inizio di una lunga campagna elettorale che porterà alle prossime Amministrative.
Il problema dell’astensionismo
A conferma di questa disaffezione crescente, bastano alcuni dati forniti dal Ministero dell’Interno relativi all’affluenza al voto nel nostro Comune:

* 2013: Elezioni Politiche a febbraio, Comunali a maggio
Il calo è evidente, soprattutto per le elezioni comunali, che paradossalmente dovrebbero suscitare maggiore partecipazione per via della prossimità con i candidati e con le dinamiche del territorio.
Etica Politica e Morale Cittadina
La riflessione sul clima cittadino non può prescindere da due concetti fondamentali: etica politica e morale cittadina. Se la morale riguarda l’insieme di regole e comportamenti condivisi, l’etica si occupa di riflettere sulle loro conseguenze, cercando di comprendere cosa sia giusto o sbagliato per l’individuo e per la collettività.
L’etica politica è, dunque, la responsabilità di chi esercita il potere. Essa implica:
- Ricerca del bene comune
- Rispetto della dignità dei cittadini
- Correttezza, affidabilità e integrità
- Trasparenza negli obiettivi e nei mezzi
Come ricordava Max Weber, esistono due polarità etiche: quella dei principi e quella della responsabilità. La prima guarda alla coerenza con i valori dichiarati, la seconda valuta le conseguenze concrete delle azioni. Nella politica, queste due dimensioni devono coesistere: perché perseguire fini nobili con mezzi discutibili è tanto dannoso quanto agire correttamente senza una visione.
E se è vero che, come scriveva Aristotele (nella foto), l’uomo è un “animale politico”, allora l’etica pubblica non è un optional, ma un dovere: rendere conto delle proprie scelte a sé stessi, alla collettività, ai propri valori.
Morale cittadina: un patto di fiducia
La morale cittadina è ciò che tiene insieme una comunità: un insieme di comportamenti non scritti, fondati su rispetto, responsabilità, senso civico. È ciò che ci spinge a:
- Restituire un oggetto smarrito
- Rispettare la fila
- Ascoltare un’opinione diversa
- Aiutare un vicino
Mi chiedo spesso se questo patto esista ancora. E se si sta sgretolando, quale sia la nostra parte di responsabilità.
Vivo a Pianella da oltre vent’anni – per scelta, non per costrizione – e credo di conoscere il carattere profondo della nostra comunità. Tuttavia, assisto sempre più spesso a una deriva morale: ogni discussione pubblica sembra trasformarsi in uno scontro personale o ideologico. E così si perde di vista un principio basilare: l’interesse collettivo deve venire prima di quello personale o di parte.
La qualità di una comunità non si misura solo dalle opere pubbliche, ma dal grado di rispetto reciproco tra cittadini e tra cittadini e istituzioni. Dove manca rispetto, nascono sospetto, diffidenza, disimpegno, sfiducia.
La cittadinanza attiva come dovere morale
Ogni piccolo gesto quotidiano – partecipare a un’assemblea, ascoltare con pazienza, trattare gli altri con rispetto – costruisce (o distrugge) il tessuto morale di una città.
La cittadinanza attiva è l’etica quotidiana in azione: prendersi cura dei beni comuni, rispettare le regole, contribuire con responsabilità alla vita collettiva, esprimere la propria opinione con garbo. Non è un lusso, ma un dovere.
Quando la morale cittadina si deteriora, i primi segnali sono evidenti: sfiducia nella politica, disinteresse per le elezioni, chiusura verso il prossimo. Ricostruire la fiducia richiede tempo, ma può iniziare da un gesto semplice: ascoltare senza giudicare, discutere senza aggredire, agire senza secondi fini.
Una città moralmente sana non è quella senza conflitti – perché i conflitti ci saranno sempre – ma quella capace di gestirli con maturità e rispetto.
Conclusione
Le continue polemiche sterili e autoreferenziali che attraversano la vita politica di Pianella non fanno che aumentare la disaffezione verso i rappresentanti istituzionali, indebolire la partecipazione e accrescere un senso generale di pessimismo.
Per questo credo sia giunto il momento di fermarci un attimo e ripensare il modo in cui dialoghiamo come comunità. La politica locale, ancor prima di essere uno scontro di idee, dovrebbe essere uno spazio di ascolto, rispetto, fiducia e responsabilità condivisa.
Spero che queste riflessioni possano essere accolte con lo spirito costruttivo con cui le ho formulate.
Nicola Lanzolla, un cittadino di Pianella















