“Ci siamo dimenticati delle nostre radici: la Notte dei Serpenti riscopre la nostra natura, i canti spontanei dell’Abruzzo, ovviamente rivisitati con un vestito più alla moda”. Queste le parole del maestro Enrico Melozzi che stamani, in Comune, a Pescara, ha presentato La Notte dei serpenti, in programma domani allo Stadio del Mare (ore 21, ingresso gratuito).
“Quello che abbiamo costruito in queste tre edizioni dimostra che è in atto una rivoluzione culturale che l’Abruzzo e l’Italia stanno aspettando da anni. Stiamo facendo un’azione profonda e si tratta anche di un ritorno di un modo di fare tv, con artigianalità e intellettualismo, che spezza il luogo comune che non accade mai niente di bello e diverso in tv”, ha proseguito Melozzi per poi chiarire che “il coro, quest’anno, sarà composto da sole donne perché a mio avviso è proprio la figura femminile ad aver fatto grande l’Abruzzo e per questo vogliamo celebrarla”.
Nel corso della conferenza, Melozzi ha letto questo testo:
Il futuro dell’Italia è nella voce di una bambina abruzzese che canta a memoria ciò che voi avete dimenticato.
Là dove tutto sembra crollare, dove il Paese arranca, inciampa, si vergogna di sé,
c’è una voce giovane, pura, in dialetto,
che non chiede il permesso, ma si alza. E canta.
E quella voce non è folclore.
È memoria attiva, è resistenza sonora, è visione del futuro in forma di canto.
Abbiamo messo un microfono in mano a chi non ha ancora avuto il tempo di mentire.
A chi non è ancora stato addestrato alla mediocrità,
a chi non ha curriculum, né titoli, ma ha verità.
E ha avuto il coraggio di cantarla.
Per questo io dico che una dodicenne sul palco, a occhi chiusi,
canta meglio l’Italia di quanto l’Italia sappia raccontare se stessa.
Canta senza retorica.
Canta senza strategia.
Canta perché non può farne a meno.
Chi guarda queste ragazze e pensa: “che carine”…
ha già perso il significato di tutto.
Perché non stiamo formando cantanti.
Stiamo dando voce a un’identità che era stata messa a tacere.
Ogni nota che cantano è un colpo inferto all’idea che la cultura debba rimanere in mano all’élite.
Il progresso non è un algoritmo.
Il progresso è una voce pura che sa da dove viene, e non ha paura di restarci.
I nostri maestri non sono più dietro le cattedre, nei conservatori, nelle università.
Sono queste adolescenti,
che sanno ancora piangere ascoltando un canto popolare,
e che ci ricordano CHI siamo stati, e CHI potremmo ancora essere.
Tutti dicono che i giovani non hanno valori.
Poi metti una quindicenne davanti a un microfono,
e ti canta la storia del suo paese meglio di qualsiasi adulto.
Abbiamo trattato queste ragazze come regine.
Perché lo sono.
Le ho guidate con rigore, a volte anche con durezza.
Ma sempre con rispetto.
E se in certi momenti ho alzato la voce,
è stato solo per alzare insieme a loro l’asticella.
E sì, ho anche chiesto scusa. A modo mio. Perché chi ama, pretende. Ma poi riconosce.
E domani, saliranno su un palco che non è un palco,
ma un altare laico:
e su quell’altare,
offriranno il loro canto come atto di fede nella bellezza.
E poi In mezzo a questo coro ci sono anche 8 storie in particolare, che il nostro paese non ha quasi mai voluto raccontare.
Io stesso non le ho volute raccontare. Le ho fatte direttamente cantare.
L’Italia non si salverà con le riforme.
L’Italia si salverà nel momento esatto in cui una ragazzina canta,
e nessuno osa interromperla.
In un Paese che ha ridotto i conservatori a diplomifici, che toglie ai giovani il diritto allo studio delle arti e quindi il diritto al futuro,
noi abbiamo dato loro un palco.
E loro — col canto — si sono presi tutto il presente.
Se investire nella voce dei giovani è uno spreco,
allora io voglio sperperare fino all’ultimo centesimo.
Perché chi definisce “buttati” i soldi per la musica,
non ha capito nulla né dell’Italia, né della civiltà.
Il problema non è la cultura.
Il problema è averla considerata inutile per troppo tempo.
Nel silenzio prima della loro voce
c’è qualcosa di rarissimo: autenticità.
E quando iniziano a cantare,
non chiedono attenzione. La meritano.
NOI abbiamo restituito centralità a chi viene sempre dopo.
E per una notte,
vengono prima loro.
Ciò che cantano non è arrangiato. È custodito.
È l’Italia che non è mai andata in televisione.
È l’Italia che non ha voce, ma ha ancora fiato.
La Notte dei Serpenti non è un concerto.
È la dimostrazione che il cuore dell’Italia batte ancora.
Solo che non lo stavamo più ascoltando.
Alla presentazione hanno partecipato il sindaco Carlo Masci, affiancato dagli assessori Alfredo Cremonese e Zaira Zamparelli, e il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri.
Per Masci “Pescara è lo scenario ideale, con la sua spiaggia e il suo mare Bandiera blu, per una manifestazione che fa da ponte tra il passato e il futuro. Il maestro Melozzi è un protagonista assoluto delle scene nazionali della musica e con la sua magia e la sua capacità di interpretare i canti e le musiche tradizionali è riuscito a creare un format eccezionale, una trasmissione che sarà trasmessa in prima serata Rai, quindi di grande livello, e che coinvolgerà tutto l’Abruzzo perché ci saranno 500 cantori delle associazioni musicali della nostra regione, con i Conservatori e artisti di livello internazionale, ad esempio Riccardo Cocciante che ha rappresentato e rappresenta ancora la storia della musica italiana.
Il palco tornerà, in questa edizione, nella sua collocazione naturale, essendo sempre collocato spalle al mare, dando la possibilità di far esibire gli artisti a pochi metri dall’acqua dell’Adriatico ed è una cosa pressoché unica, al centro della città, volendo sfruttare al massimo tutte le caratteristiche naturali del nostro territorio.
Con la Notte dei Serpenti, una manifestazione identitaria, storica, culturale, iconica, Pescara diventa ancor più vetrina dell’Abruzzo e voglio ringraziare tutti coloro che hanno dato un contributo all’organizzazione, a cominciare dal maestro Melozzi, e la Regione, perché crede sempre nella nostra città.
Noi interveniamo con un contributo fattivo, non soltanto mettendo a disposizione gli spazi per questa iniziativa che ha un ritorno eccezionale, dal punto di vista turistico e dell’immagine, della promozione di Pescara”.
“Abbiamo usato la nostra musica popolare innanzitutto per scoprirla e darle la dignità che merita e poi farne un vettore di promozione del territorio”, ha commentato Sospiri. “Questa manifestazione è così tanto e ben cresciuta che oggi è diventata anche il contenitore di tanti altri messaggi, che gli spettatori vedranno durante lo spettacolo. Siamo molto contenti che tutta l’Italia potrà seguire questo grande evento culturale: è anche una forma di risarcimento per i tanti nostri abruzzesi che sono andati fuori nel corso degli anni e che hanno portato queste tradizioni in tutto il mondo e oggi le vedono sottolineate come meritano”.
Parlando del contributo della Regione, Sospiri – rispondendo ai giornalisti – ha detto che “una volta che questo evento avrà raggiunto ancora maggiore solidità, potrà reggersi quasi esclusivamente con le proprie forze, credo. Non è questo il momento e non accade così per tutti i grandi festival in Italia e in Europa, però già quest’anno la forza degli sponsor è molto molto presente e abbassa il contributo della Regione Abruzzo. Io ritengo che la somma destinata alla Notte dei serpenti sia una buona spesa perché, in termini di ritorno di immagine, lo share che ci sarà sulla RAI non ha prezzo in termini di spot e di una campagna promozionale”.

LA NOTTE DEI SERPENTI, il concertone ideato e diretto dal Maestro ENRICO MELOZZI per celebrare la cultura abruzzese e la sua tradizione musicale. Dopo il successo della 2ª edizione – con oltre 20.000 persone presenti allo Stadio del Mare di Pescara – e l’ottimo risultato in termini d’ascolto per la messa in onda in prima serata su Rai2, sarà nuovamente ANDREA DELOGU a condurre la kermesse, che andrà in onda in prima serata su Rai2.
Si esibiranno in qualità di ospiti degli straordinari artisti: lo special guest da 40 album in 3 lingue RICCARDO COCCIANTE, il poeta urbano del rap e del pop ROCCO HUNT, la cantante e conduttrice ELETTRA LAMBORGHINI, la cantautrice PAOLA TURCI, il cantante e performer FILIPPO GRAZIANI e il cantante e tenore PIERO MAZZOCCHETTI.
Sarà inoltre presente durante la serata il pupazzo più amato del Nostro Paese: TOPO GIGIO. Due primati nazionali live in questa edizione: LE FARFALLE OLIMPICHE e LA BANDA DELL’ESERCITO. Sul palcoscenico anche il talento comico di GABRIELE CIRILLI.
Con La Notte Dei Serpenti Enrico Melozzi vuole omaggiare la cultura, la musica e la tradizione abruzzese. Un omaggio fin dal nome della kermesse, che rimanda al celebre culto di San Domenico, che culmina nell’antichissimo rito della “Festa dei Serpari” a Cocullo (L’Aquila).
Il pubblico de La Notte dei Serpenti potrà ascoltare i canti della tradizione musicale abruzzese impreziositi da nuovi arrangiamenti, inediti ma fedeli alla loro poetica e all’autenticità dei testi originali in dialetto.
Il fil rouge della kermesse sarà inoltre ancora una volta la fusione delle melodie popolari con la musica contemporanea attraverso la “pop-izzazione” del dialetto abruzzese e la “dialettizzazione” del pop.














