RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Considero una sorta di pomeridiano cedimento allo sconforto il voto del consiglio comunale di Pescara con cui si è richiesto l’intervento dell’esercito lungo le strade cittadine per far fronte ai drammatici problemi di sicurezza avvertiti quotidianamente dai pescaresi, non solo in relazione ai gravi fatti di sangue che hanno colpito la città negli ultimi mesi.
Con ogni evidenza, militarizzare una città non è la strada migliore per determinare la percezione della sicurezza e la deterrenza dei fenomeni criminali, in modo particolare in una città relazionale come Pescara che vive soprattutto di servizi e di connessioni e che funziona soprattutto se si presenta come uno spazio che facilita e agevola, e non come un’area posta sotto assedio.
Il grave problema non può che essere affrontato dagli specialisti del settore che sono le forze dell’ordine, sotto il coordinamento dell’Ufficio territoriale del Governo della Provincia di Pescara.
A questo proposito mi domando cosa stia facendo il prefetto di Pescara.
Perché non ha indicato strategie e misure efficaci tali da costruire negli amministratori pubblici pescaresi una crescente fiducia nel fatto che il problema possa essere governato in modo progressivamente migliore, evitando loro la necessità di appellarsi alle forze armate nel tentativo di dimostrare un qualche interessamento alla questione che con grande evidenza è di rilevantissimo interesse popolare?
Io credo che si possa parlare in questo caso di una procurata induzione allo sconforto e all’errore dei consiglieri di maggioranza del centrodestra pescarese che, vista chiusa ogni altra strada, si sono indirizzati alla ricerca delle mimetiche da collocare lungo le strade. Un percorso che forse potrebbe avere come ultima tappa la collocazione negli snodi critici di sagome cartonate in assetto di guerra a cura di una primaria agenzia di comunicazione locale, sempre premurosa nel trarre di impaccio i destri locali quando sono in difficoltà nel gestire la prova dei fatti.
Invoco un sussulto di impegno da parte del vertice della prefettura che ha i suoi uffici nella comoda piazza Italia per fornire agli inquilini dell’antistante Palazzo di Città risorse e strumenti utili ad affrontare seriamente la questione sicurezza a Pescara. La carenza, in questo periodo, di cerimonie e di impegni protocollari ispira fiducia nel fatto che sia possibile trovare uno spazio in agenda per affrontare positivamente il tema.
On. Luciano D’Alfonso