Chi si stava incontrando in Polonia il 9 novembre 1989 e cosa disse, proprio quel giorno, l’allora Cancelliere tedesco Helmut Kohl al leader di Solidarnosc Lech Walesa? Cosa stava accadendo durante una noiosa conferenza stampa indetta il 9 novembre 1989 e perché il portavoce del governo della Ddr cominciò a sudare di fronte alle domande del corrispondente dell’Ansa a Berlino est? E cosa conteneva la lettera che l’allora pontefice Giovanni Paolo II scrisse al presidente della Convenzione europea Giscard d’Estaing?
“La Maledizione dell’Europa” va all’origine della questione europea per come la conosciamo. E la riporta alle sfide dell’oggi, al pensiero di Trump e a come interpreterà il suo secondo mandato. Gianluigi Paragone parte da storie poco conosciute, le riannoda e le appoggia su un asse cartesiano che incrocia narrazione, cronaca e attualità. Tutte le riflessioni, le critiche, le accuse verso l’Unione europea fatte in questi anni da Gianluigi Paragone confluiscono in un libro, “Maledetta Europa. Non è uno Stato. Non ha un popolo. Comandano i banchieri”. Il libro sarà presentato domani sera a Penne, presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso, alle ore 17:30.
“Gli Stati Uniti d’Europa non si faranno mai e chi pensa di cambiare l’Europa sta raccontando una grande bugia: l’Unione europea non è l’Europa Unita. L’Unione europea non conta nulla sulle mappe geopolitiche, non c’è richiesta di Europa. C’è richiesta di America, di Cina e persino di Russia. L’Unione europea è nata con la moneta e con l’idea del mercato prima di tutto… ha sostituito la politica con la finanza, i governi con i mercati, i popoli con il capitale. A chi banalizza il dibattito con “Dove volete andare con l’Italietta?“, Gianluigi Paragone ribatte con “Dove pensate che possa andare questa Europa così sgangherata?”. La risposta è sotto i nostri occhi: non andrà da nessuna parte perché non conta nulla”.
Gianluigi Paragone, nell’incrociare aneddoti e grandi fatti di attualità, segue le regole del racconto e non della lezione. “La Maledizione dell’Europa” resta la questione ineludibile che gli europeisti dovranno affrontare una volta per sempre.