Non è solo artificio retorico il titolo di questo articolo dedicato al nostro vicepreside che dal 1° settembre 2025 saluterà definitivamente i Licei di Penne. Il titolo, infatti, rimanda ad un evento ben preciso: l’ultima lezione serale tecnico-pratica di astronomia tenuta dal professor Granchelli il 3 giugno presso Collalto per un progetto con gli alunni del triennio.
In questa occasione molti tra noi docenti hanno pensato di fargli una sorpresa, raggiungendo lui e il suo nutrito gruppo di “esploratori celesti” per festeggiare il suo pensionamento con la tradizionale “pizza doce” abruzzese (era forse la decima torta che gustava per il suo “addio” alla scuola con l’eroismo di un condottiero e la stoicità di chi ha già dato il massimo, pur confessando di non farcela più!).
“Misura ciò che è misurabile e rendi misurabile ciò che non lo è”. Queste parole di Galileo Galilei mi risuonano con una particolare intensità quando si parla di Maurizio Granchelli. Professore di Scienze Naturali e appassionato di astronomia, Granchelli ha sempre saputo cogliere l’essenza del misurabile nell’infinità del cosmo, ma è nel “rendere misurabile ciò che non lo è” – ovvero le sue straordinarie qualità umane – che ha lasciato un’impronta indelebile.
La sua disponibilità costante, il garbo che ha sempre caratterizzato ogni suo gesto, l’educazione esemplare con cui si è rapportato a studenti, docenti e famiglie, e la sua innata competenza nel ruolo di vicepreside, sono valori che, pur non avendo unità di misura standard, sono stati percepiti e apprezzati da tutti.
Ma perché tanto fervore per un pensionamento?
Per comprendere tutto l’entusiasmo che ha travolto il professor Granchelli, mi sono aggirata per i corridoi della nostra scuola, fermandomi a parlare con colleghi e studenti, invitandoli a esprimere liberamente aneddoti, sensazioni e pensieri legati a Maurizio. Ho così raccolto un coro di voci e ricordi che, sono certa, dipingono un ritratto fedele della sua lunga e significativa presenza nella nostra scuola.
Più di sette anni fa, nei miei primissimi giorni del mio arrivo presso i Licei a Penne, ricordo Maurizio accogliermi con il suo immancabile sorriso. Fu lui a spiegarmi le prime, fondamentali procedure, come l’uso del registro elettronico, e a chiedermi subito se avessi bisogno di particolari necessità per l’orario (umanità non scontata, ma soprattutto salvifica per una giovane donna, mamma di due bimbi che doveva viaggiare per raggiungere il posto di lavoro!).
La sua gentilezza e il suo garbo non sono semplici modi di fare, ma la sua vera cifra concettuale, l’essenza della sua persona in ogni ruolo ricoperto.
Tra i corridoi del Liceo artistico mi imbatto in Irene Cocchini, collega di Storia e Filosofia nonché ormai ex alunna di Maurizio, alla quale subito chiedo se c’è un episodio particolare che la lega al nostro vicepreside e qual è stata la caratteristica più marcata del nostro collega che, essendo lei passata dal banco alla cattedra, ha ritrovato intatta.
Irene non ha esitazioni: “Il filo conduttore è la sua gentilezza e il suo accento del Nord. Sempre corretto e disponibile, sorridente ed entusiasta. Un episodio c’è ma è personale: dico però che, quando per la prima volta sono entrata da prof nella scuola, lui mi ha accolta col sorriso. Era felice ed io molto emozionata. Mi ha fatto subito sentire a casa.”
Mi dirigo, poi, in 2D, la classe che condivido con Maurizio e dove insegno Italiano e Latino. Propongo ai miei alunni una piccola “intervista” sul loro docente. I ragazzi stanno preparando un regalo proprio per il loro prof di Scienze Naturali: una tela con le loro mani e una dedica:
“Caro prof Granchelli,
la ringraziamo per averci accompagnato in questo percorso. Le sue lezioni ci hanno aiutato a capire meglio il mondo che ci circonda e ad avvicinarci alla sua materia con curiosità e serietà. Abbiamo apprezzato le sue spiegazioni, la sua disponibilità e il modo equilibrato con cui ha sempre gestito la classe. Le auguriamo un buon meritato riposo e che possa godersi al meglio questa nuova vita, con tutto il tempo per dedicarsi a ciò che le piace”. Molto, molto carini.
Con Giulia Ciantra, che insegna Scienze Naturali, invece, mi incontro nell’atrio del Liceo artistico: entrambe ci dirigiamo verso la sede centrale. Ne approfitto subito per chiederle quali parole, secondo lei, riescono a spiegare meglio Maurizio.
“Io trovo che le parole giuste siano “ispiratore” e “guida”. Ho avuto la fortuna di condividere con Maurizio importanti esperienze formative. La sua curiosità contagiosa lo ha reso un vero modello e un collega preziosissimo con cui è piacevole confrontarsi e imparare, sempre disponibile e attento alle esigenze di tutti.
Immagino che tu abbia tanti aneddoti da raccontare, ne vuoi condividere qualcuno?
“Guarda, sono talmente tanti che avrei bisogno di un bel po’ di tempo per scandagliare nella mia memoria alla ricerca di quello che merita più degli altri. Ma sai che ti dico? Non sarebbe comunque giusto, perché significherebbe sminuire tutte le altre esperienze. So solo che ogni momento che ho condiviso con Maurizio, lo custodirò sempre nel mio cuore con tanto affetto”.
Arriviamo in sede; io mi dirigo in sala docenti dove incontro Carlo Mancini, collega di Matematica e Fisica. Alla mia richiesta di fornirci un suo personale contributo per conoscere meglio Maurizio, accetta con grande disponibilità.
La mia curiosità era rivolta a sapere se, nel suo percorso iniziale o nello sviluppo della sua carriera in questa scuola, Maurizio avesse rappresentato per lui un punto di riferimento.
Carlo non ha dubbi: “Mi è stato molto vicino e mi ha aiutato, sia professionalmente sia in momenti personali delicati. Ricordo che, quando ho avuto bisogno di conciliare il lavoro con alcune mie questioni private, lui è stato sempre molto presente e ha cercato in tutti i modi di venirmi incontro. Anche dal punto di vista didattico Maurizio è stata una persona da cui ho imparato molto. Forse l’esperienza che entrambi ricorderemo con più piacere è stata quella di condividere una classe articolata di Scienze Applicate, costituita da sette ragazzi meravigliosi.”
Ma cosa apprezzi, Carlo, dell’uomo Granchelli?
“Di Maurizio apprezzo molte qualità, in particolare la sua pacatezza e la sua capacità di non perdere mai la pazienza, nemmeno nelle situazioni più stressanti. Inoltre, è sempre stato molto disponibile e pronto ad aiutare sia i colleghi sia gli studenti. Infine, ho sempre ammirato l’entusiasmo autentico con cui affronta la sua materia, un entusiasmo che riesce a trasmettere anche a chi gli sta intorno, in particolare agli alunni.”
C’è solo un punto, confessa Carlo con una punta di ironia, su cui non è mai riuscito ad assecondarlo: “Nonostante il suo entusiasmo per le sue nottate al telescopio e i suoi inviti per condividere l’ “osservazione notturna”, ho sempre declinato ogni proposta, perché, lo ammetto, sono troppo pigro per uscire a notte fonda! Diciamo che preferisco accontentarmi di ammirare le stelle attraverso le sue bellissime fotografie, piuttosto che sfidare il freddo e la sveglia all’alba.”
Alla 4C del Liceo Scientifico tradizionale, invece, che Maurizio ha guidato per ben quattro anni, ho chiesto un commento sul professor Granchelli tramite messaggio WhatsApp. I ragazzi hanno accolto con entusiasmo le mie domande, condividendo pensieri e inviandomi risposte sentite e profonde.
Il vostro prof. Granchelli va in pensione. Quale insegnamento vi lascia da uomo e da docente?
“Il professor Granchelli è sempre stato una guida per noi,” scrivono i ragazzi, “ e anche se ci sono stati dei momenti di difficoltà, abbiamo sempre trovato il modo di superarli assieme. È sempre stato un uomo scrupoloso nel suo lavoro. Gli insegnamenti principali che abbiamo ricevuto sono stati la costanza, la tenacia e la disciplina per andare avanti nel nostro percorso di studi con passione e curiosità. Sono poche le persone che dedicano anima e corpo al loro lavoro ed il professor Granchelli fa parte di queste. Non lo dimenticheremo mai e continueremo sempre ad augurargli il meglio.”
C’è una frase che vi ripete sempre e che è diventata un po’ il suo mantra?
“Ripercorrendo i quattro splendidi anni trascorsi in sua compagnia, crediamo che la frase ripetuta da lui più spesso sia stata ‘domani compito!’,” raccontano. “Un’espressione che solitamente incute timore negli studenti, ma non nel nostro caso; il professore, infatti, ha sempre amato scherzare con ognuno di noi senza mai perdere la serietà nello svolgimento delle sue lezioni, riuscendo a instaurare un clima di serenità e tranquillità.”
Ricordate un episodio significativo che avete vissuto con lui e perché lo ricordate più di altri?
“Tanti sono i momenti significativi in quattro anni di insegnamento, ma l’episodio che è rimasto maggiormente impresso nei nostri cuori è il giorno in cui, in prima superiore, ci ha scattato delle foto ricordo per non dimenticare mai i nostri volti”.
Infine, la classe si congeda con un pensiero toccante e profondo: “Non siamo mai stati dei semplici numeri per il professore, ma ragazzi con peculiarità uniche che avevano bisogno di aiuto per poter sbocciare e ad oggi possiamo solo ringraziarlo immensamente.”
A chiudere il cerchio delle testimonianze, non poteva mancare la voce della nostra Dirigente Scolastica, prof.ssa Eleonora Dell’Oso. Anche lei, tra una maratona di scrutini e un mio gentile sollecito via whatsapp, ha voluto dedicare un suo prezioso ricordo a Maurizio, a riprova del profondo impatto che la sua figura ha avuto sull’intera comunità scolastica.
Dirigente, come descriverebbe il ruolo e l’importanza del professor Granchelli per la nostra scuola?
“Quello che posso dire è che Granchelli per la nostra scuola ha rappresentato tantissimo,” afferma la Dirigente con convinzione. “E lo ha fatto soprattutto perché è una persona garbata, rispettosa dei ruoli ed è soprattutto una persona competente.”
C’è un aspetto della sua collaborazione che ha particolarmente apprezzato nel corso degli anni?
“Nei miei confronti, Maurizio ha dimostrato una disponibilità che non è mai venuta meno in ogni momento di questi miei anni a Penne,” prosegue. “È sempre stato disposto a intervenire in ogni qualvolta gliel’abbia chiesto, sia per cose che gli competevano sia per cose che non gli competevano. È stato di grande aiuto per il mio lavoro, soprattutto perché quando sono arrivata a Penne era il mio primo incarico. Trovare persone come lui – e anche il professor Racaniello che seguiva un po’ tutte le attività del Liceo Artistico –per me è stato importantissimo.”
Che segno lascia Maurizio Granchelli nella scuola e nella comunità scolastica?
“Lascia sicuramente un segno. Non lo lascia solo perché è stato un docente o perché è stato semplicemente un vicepreside, ma lo lascia perché è una persona speciale, una persona a cui tutti hanno voluto bene, in primis i colleghi,” sottolinea la Dirigente. “Non è mai stato di parte né fazioso, e quindi i colleghi gli riconoscono questo ruolo così importante e rilevante. Soprattutto, gli riconoscono il ruolo di una persona che ha sempre lavorato solo e soltanto per il bene della scuola, senza mai pensare a un interesse personale o ad accontentare qualcuno dei colleghi.”
Qual è il suo pensiero sul futuro della scuola senza di lui e il suo augurio personale a Maurizio?
“Io penso che la scuola perderà una grande figura. Sicuramente ci sarà qualcuno che prenderà il suo posto, ma sarà diverso,” conclude la Dirigente con una punta di malinconia, ma anche di realismo. “Ecco, non dico che sarà meglio o peggio, semplicemente sarà diverso. D’altra parte, il riconoscimento che gli stanno tributando tutti i ragazzi è legato anche a questo, al ruolo che Maurizio ha avuto nella vita della nostra scuola. Ci mancherà sicuramente, mancherà a tutti. Quello che io gli auguro è un futuro sereno, un futuro tranquillo, un futuro fatto di esperienze interessanti e di cose che a lui piace fare.”
Ed ora tocca a te, Maurizio. Non potevo esimermi dal dare la parola al diretto interessato. Così, con un pizzico di astuzia e senza svelare la destinazione finale delle sue risposte, ho “interrogato” Maurizio Granchelli sul suo futuro e sui ricordi che porta con sé, offrendogli l’occasione di salutare, a sua insaputa, tutti coloro che lo hanno stimato e gli hanno voluto bene.
Maurizio, quali parole sceglieresti per parlare della tua esperienza qui, nei Licei di Penne e perché?
“Privilegiato e fortunato” risponde senza esitazione. “Privilegiato perché mi hanno sempre trattato con rispetto e voluto bene e fortunato perché potevo capitare in un’altra scuola dove non avrei trovato lo stesso ambiente.”
Ventotto anni tra queste mura, e una pluriennale esperienza da vicepreside. Ma cosa ha rappresentato per te questa scuola?
“I ragazzi di quest’area, quella Vestina, che ho visto passare sui banchi sono stati la linfa, prima grezza e poi elaborata (per dirla in termini botanici), che mi ha dato la motivazione a fare il professore,” riflette. “La scuola? La mia seconda casa, a volte la prima; con tutta la varietà delle persone incontrate è il miglior ambiente di lavoro che si possa avere. Non è retorica, sono cresciuto, ho vissuto, sono invecchiato dentro la scuola… credo sia un giudizio ponderato.”
Un percorso lungo e intenso. Rivolgiti ai ragazzi che hai incontrato e a quelli che un domani varcheranno la soglia di questa scuola: cosa diresti loro?
“Ai ragazzi l’ho sempre ribadito: al liceo si viene per studiare, con fatica, impegno costante, e innanzitutto con curiosità. Quella curiosità che in genere si perde crescendo” ammonisce con dolcezza. “Non devono avere timore né degli insegnanti, né delle difficoltà che possono incontrare nello studio, perché imparare a superare le difficoltà serve per la vita. Coltivate interessi naturali, amicizie non virtuali; l’augurio è quello di realizzare i propri sogni! Molti ragazzi del Liceo di Penne credo proprio che li abbiano realizzati.”
Grazie per queste preziose riflessioni e per tutti gli anni dedicati al nostro Liceo!
AD MAIORA, Maurizio! Ti auguriamo cieli sereni e notti stellate, senza l’ombra di un registro elettronico da sbloccare o di una password dimenticata da rigenerare.
Non illuderti però: custodiremo gelosamente il tuo numero di telefono (guai a cambiarlo!), perché avremo ancora bisogno della tua leggendaria disponibilità per ogni emergenza tecnologica. Del resto, se hai capito l’universo, non sarà certo una piattaforma scolastica a spaventarti.
Buona vita di passioni ancora da esplorare!
VERONICA MICELLO