LORETO APRUTINO: ADDIO A GIORGIO, SINDACO DELLA PIAZZETTA
Un altro pezzo di storia sociale che se ne va

Giorgio Di Martile, sindaco morale della piazzetta di Largo Unità d’Italia a Loreto Aprutino, ci dice Addio. Con lui se ne va un pezzo di storia sociale che si è consumata, in quella parte iconica del paese, di cui lui era custode silente. Una storia che è un po’ di tutti perché nella Osteria Fiucci, di Memena, prima, e di Clementino, Zi Plop, poi, dagli anni’60 adulti e bambini almeno un ricordo ce lo hanno lasciato.

Ricordi che sanno di pane e acciughe e di tanto vino ” Mamma preparava le acciughe perchè erano salate e la gente beveva di più!”ironizzava sempre Giorgio raccontandomi aneddoti e vicissitudini della sua vita consumata in quella casa e bottega che potrebbe oggi essere un museo di valori immateriali. Un personaggio, Giorgio, che poteva star bene in un libro di Guareschi o in un film di Fellini tanta l’intelligenza e l’ironia che lo distinguevano e che, nella logica del paese, spesso vengono amate seppur non capite fino in fondo. 

 

Memena e Clementino, genitori di Giorgio

Il dolore personale è immenso: le relazioni familiari che hanno intrecciato le nostre vite sono un lavoro all’uncinetto, un punto entra in un altro e quando si tira il filo il disegno è composto. Ai colori si aggiunge il ritmo del  ritorno, ed era proprio lui a darlo: apriva le persiane e mi chiamava ” Chiù chiù…ti fai vedere?“. Scavavamo, proprio come anime in pena, disquisendo ore ed ore intorno a quella verità che, da Sant’Agostino a Don Milani, interessava le sue letture ma la frase di Martin Eden, alla fine, era quella alcova che poneva in equilibrio la sua fallibilità umana alla esigenza di spiritualità ‘E nell’istante stesso in cui lo seppe, cessò di saperlo“.

Mi interrogava su questa frase di Jack London, ossessivamente, quasi a prepararsi per quel momento in cui finalmente avrebbe trovato pace. Quella pace che descriveva poeticamente quando lo invitavo a pranzo ed il piatto più semplice diveniva un messaggio estatico da contemplare. Questo era Giorgio, amico caro: proprio quest’estate, ormai dimagrito e stanco, mi aveva confidato di essere quasi vicino alla “scoperta”che era stata l’inizio dell’intreccio “Se il mondo gira. Chiù Chiù, prima o poi dovrà passare anche di qua!” E mi spiace contraddirti, ma per me, oggi, 2 ottobre 2024, il mondo mio si è fermato. Nel tuo ricordo, per sempre.

S.d.L.

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