CON “RICOMINCIO DA ME” SAN ZOPITO COMPIE IL MIRACOLO DELL’INCLUSIVITÀ

Arrosticini che sanno di buono, olive all’ascolana al sapore di altruismo, panini farciti di speranza e voglia di riscatto. Questo è il menù che abbiamo scelto per la seconda serata della festa di San Zopito a Loreto Aprutino e lo abbiamo fatto allo stand della Trattoria “Ricomincio da me” –I sapori di una volta, una trattoria che si trova in C/da Scrizzetto 42 a Loreto Aprutino e che grazie all’attenzione da parte dell’amministrazione comunale del paese quest’anno è presente alla festa del patrono. Giustamente, ci verrebbe da dire, perché questa attività di ristorazione nasce da un atto di solidarietà e crediamo che le reliquie di Zopito martire, che dal 1711 custodiamo nella Chiesa di San Pietro, siano il simbolo di quanto dobbiamo sempre più porci dalla parte di chi, errando e perdendosi, abbia voglia di ricominciare.

L’atto specifico è della Comunità terapeutica-riabilitativa La Casa nel sole che, da tanti anni opera sul territorio e che si occupa di offrire attenzione, ascolto e sostegno alle persone con problemi di tossicodipendenza ed anche alle loro famiglie che spesso, nella gestione dei loro cari, dei loro figli, dei loro fratelli, vengono lasciati sole e discriminate. 

La direttrice si chiama Mariella Galvani, un gigante di passione ed energia in un corpo esile “ Sono quarant’anni che lavoro al fianco di persone che si perdono nella droga, non bisogna solo curarli ed assisterli ma bisogna creare le opportunità sociali e lavorative affinché la forza di uscirne rimanga integra e la risposta deve essere non di paura ma di coraggio a far parte di un progetto umanitario perché, purtroppo, nessuno è indenne e nessuna famiglia vorrebbe esser lasciato sola in questa difficoltà. La trattoria è una di queste occasioni, venire a mangiare qui significa collaborare con noi, anche se indirettamente e aiutare questi ragazzi a riscattare un loro errore”

Mentre Mariella ritorna alla cassa, ci intratteniamo con la dottoressa Francesca Attimonelli, che è la psicologa della Comunità e segue il percorso di riaffermazione di questi ragazzi.

Dottoressa, che cos’è La Casa del sole?

Una comunità terapeutica e riabilitativa che trova la ratio nell’art.94 del Testo Unico n. 309 del 1990 e disciplina la detenzione alternativa, in casi particolari, per tossicodipendenti  che possono seguire un programma terapeutico e riabilitativo fuori dal carcere. Vi sono delle condizioni ben regolamentate: il condannato deve avere una pena residua non superiore a 6 anni, viene preso in carico dalla ASL competente con un programma terapeutico idoneo,

Mi sembra un’ottima risposta anche al problema del sovraffolamento delle carceri?

Assolutamente sì, anche perché stiamo parlando, nella maggioranza dei casi, di reati minori commessi per procurarsi la droga quindi reati con pene più leggere che devono mirare al recupero, alla riabilitazione e al reintegro nella società. Ogni caso viene trattato nello specifico perchè ogni persona è un unicum, non devono esistere generalizzazioni.

E così nasce la trattoria e, stasera, questo stand culinario a San Zopito?

Si, quello della trattoria è il progetto che segue Mariella ma noi siamo presenti stasera anche con alcuni operatori perché poi le connessioni che si creano diventano sentimenti forti che si ampliano  e superano la sfera professionale fino a comprendere tutta la società in cui si opera. Ci sono tante attività previste nel piano dove l’azione di questi ragazzi potrebbe essere messa in gioco.

Di questo parliamo con il Sindaco Renato Mariotti 

Sindaco, per la prima volta a San Zopito, una bellissima iniziativa di inclusione, quale impulso l’ha condotta a coinvolgere la Casa del Sole?

Ho conosciuto questa comunità due anni fa, sono andato a mangiare nella loro trattoria ed ho scoperto una realtà che meritava la mia attenzione di amministratore ma anche di riconoscenza come cittadino e così si è aperto un dialogo. Umano, perché li frequento, partecipo alle loro riunioni, abbiamo anche organizzato delle partite di calcio, ed anche istituzionale, che porterà anche ad intraprendere delle azioni concrete nell’ambito dei lavori socialmente utili come la collaborazione nel tenere pulite le strade o, ad esempio, nella ristrutturazione di 2 alloggi che non possono essere assegnati e che metteremo a disposizione di donne con bambini che sono state allontanate dalle famiglie. Un’altra bella storia che parla della capacità di Loreto di accogliere e di essere solidale.

L’appuntamento è a questa sera per la conclusione della festa: fateci un salto alla Trattoria Ricomincio da me, anche solo per patatine fritte e birra, c’è tanto di sacralità in un gesto di solidarietà, un inginocchiamento simbolico di fronte a quello che abbiamo rispetto a persone più sfortunate, che non dobbiamo giudicare ma essere, per loro, esempio di umanità. San Zopito vi farebbe una grazia. E
chissà…
S.d.L.

 

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